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La rete, il viaggio

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[ Pubblicata sulla rivista L'area di Broca, n. 92-93, Lu 2010 - Giu 2011 (Viaggi). Leggila: www.emt.it/broca/broca93/broca93.pdf ]


*


La rete, il viaggio

 

a la recherche:

un viaggio comune, il nostro,

il cui destino è forse dimenticanza.

 

1

 

Succede che un mormorio di menefreghisti

accompagni fin dall’inizio il tuo mondo di parole –

da quando con esse concordi poesia

sino al termine del tuo film, caro poeta

quando, vicino ai titoli di coda, disperi, pensando

alla mancanza di applausi.

 

2

 

Ho scelto di avvicinare le orecchie

alle labbra di molti poeti

ma di nessuno ho sentito il respiro –

nella noncuranza a loro riservata

l’ascolto è il mio impegno.

 

3

 

La poesia del XXI secolo è

partenza di pensieri nella notte

da fessure nelle pareti

dentro cavi, in binary digit

attraverso giardini, notturne strade

e pianure fino a rive battute da burrasca o sole –

io ad attenderla su imbarcazione a vela

con nome utente e password

per navigare in mari obliqui

che filtrano sottocoperta

(fastidioso e ossessivo affetto per i poeti).

 

Nei corpi delle parole e nelle ore passate

nelle stanze virtuali di un logo-mondo

prosegue questo viaggio indolente e vorticoso

contrario all’interesse, gratuito

tra poeti e narratori, sperando che la rete

paziente/mente

faccia giustizia, pareggi conti –

dal riavvio dei Server nuove voci.

 

Viaggio al tuo fianco, caro poeta

tocca la Musa, la tastiera, dì la tua parola

ecco le tue labbra e le mie orecchie: la rete.

 liliana ugolini - 20/07/2011 05:06:00 [ leggi altri commenti di liliana ugolini » ]

Caro Roberto Maggiani, lavoro enorme come scelta di cammino/viaggio accanto e con voci diverse , nella possibilità creata di farle sentire. E’ un viaggio di grande valenza etica che noi tutti apprezziamo anche se non riusciamo a colmare la solitudine del trainante. Bella e significativa poesia che merita una sottolineata attenzione.

 Ilaria - 19/07/2011 11:38:00 [ leggi altri commenti di Ilaria » ]

Grazie per questo meraviglioso invito a viaggiare e perdersi nella rete e nelle acque della Poesia.

 domenico vuoto - 18/07/2011 13:52:00 [ leggi altri commenti di domenico vuoto » ]

Roberto Maggiani dispensa le sue poesie nei tempi inattesi e con la lievità, la gentilezza e gratuità di un dono. Il viaggio, per il lettore, inizia prima che di viaggio - seppure simulato o virtuale, come in questo caso - il nostro poeta concretamente parli e dia conto, e cioè: nei suoi doni inaspettati, nelle sue generose "sorprese" in versi.
Ma intanto: che dire dell’ultima testimonianza poetica di Roberto? Che la sua versatilità di temi e di accenti ha un ricorrente connettivo, qui molto in evidenza: la disposizione allo scambio e alla condivisione con l’altro - con gli altri - di esperienze, di sensibilità (anche linguistiche), scommesse e interrogazioni. Ciò che, appunto, costituisce il senso, il cuore del viaggio - del vero viaggio.
domenico vuoto

 Maria Musik - 17/07/2011 20:58:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Bene, questa è un’Epifania! E come ogni epifania, reca doni. E noi bambini gioiamo, grati ed esterefatti, di fronte ai Magi che ce li depongono di fronte.
La scelta di Roberto la percepisco così: sono solo un bimbo e neppure divino, vivo in una stalla e dormo nella mangiatoia. Con il suo dono, il Poeta/Mago mi onora, non per me stesso ma perchè in me riconosce l’Uomo. All’Uomo parla il Poeta, a lui offre Bellezza e Conoscenza e Scienza, a lui consegna la Parola, perchè ne sia custode, perchè la diffonda, perchè salga sui tetti per gridarla. A lui offre, con semplicità, le chiavi per capire l’universo, chiavi che non a tutti fu dato possedere ma che a nessuno dovrebbero essere negate. La crudeltà, l’olocausto, la dittatura, la manipolazione allignano come soffocante gramigna, avvinghiano come edera velenosa dove l’ignoranza non concede ai semi di Sapienza di schiudersi e farsi fiore o spiga o albero e portare frutto.
"Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza." Ma se Bellezza e Forma e Scienza ed Arte diventano beni di lusso, se vengono accumulati, se si trasformano in titoli al portatore quale destino è riservato alla massa? Si potrà imputare al "popolo" d’essere cinico e rozzo, di preferire la pagnotta al libro, la partita in pay tv ai versi, la bambola gonfiabile alla Venere di Milo?
Mi si potrà obiettare che queste sono idee trite, non originali: è vero ma da quanto tempo sono gridate da colui la cui voce si perde nel deserto?
In ultimo, una prova scientifica di quanto affermato da più parti in questi fecondi giorni: ho sempre amato i libri ma non ne ho mai comprati e letti e custoditi tanti come da quando, grazie a larecherche.it, ho avuto modo di raggiungere persone e luoghi sconosciuti che mi hanno ridestata, mi hanno fatto tirare a lucido la curiosità, mi hanno convinta che vale ancora la pena di lottare e di partecipare. Nella mia vita, ora, c’è posto per quaderni e tastiera, per computer e libreria, per on line e "face to face"... e nella mia libreria, fra Dante e Pavese, c’è Maggiani ed un numero de "L’area di Broca".

 Roberto Perrino - 17/07/2011 20:27:00 [ leggi altri commenti di Roberto Perrino » ]

In questa sezione dei commenti risiede una delle principali ragioni perchè all’apertura del browser corro a digitare: www.larecherche.it! Addiction ? E che addiction!

 Roberto Maggiani - 17/07/2011 20:03:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Tre autorevoli voci della cultura contemporanea si sono affacciate a questa finestra informatica fatta di bit, una lunga, inimmaginabile sequenza di bit, e prima di loro altri che già ho ringraziato e salutato. Eccomi dunque, adesso, a ringraziare questi ultimi tre autori: Franca, Lino, Mariella.
Riconosco quanto dice Mariella, questi miei versi sono forti del loro contenuto, perché, in modo evidentissimo, narrano di una esperienza personale, e in una esperienza nessuno può mettere la sua penna critica, ma sicuramente la penna critica può cospargere il suo inchiostro sulla forma, sulla quale io stesso sono critico, succede spesso che rileggendo un mio testo vorrei rimodellarne i versi, e succede anche in questa poesia, non nego che in due o tre punti lo farei, e quindi comprendo bene ciò che Mariella ha esplicitato nel suo commento. Ma, al di là di questo, rimane il fatto, per me importantissimo, che da questo confronto ho potuto meditare più a fondo sulla mia vocazione, grazie anche a Lino, e finalmente, e lo dico qui per la prima volta e davanti a tale consesso, posso dire sì, sono un poeta e l’ho voluto essere e ho sentito di doverlo essere e ho lottato per esserlo, qui lo dico una volta per tutte come fosse un coming out poetico... dopo 15 anni di scrittura in versi potrò finalmente farlo? Ma non sono un poeta della carta, bensì un poeta dei bit, sono un poeta della scienza, sono uno scienziato e lì rimango, convinto che la scienza e la poesia siano inseparabili e lo dimostrerò!
Ma il mio essere poeta non è una esperienza che potrà mai vivere da sola, io sono un poeta della massa, sono un poeta che ha necessità di far lievitare intorno a se una massa di poeti, e di lievitare come massa intorno ad altri, perché da soli non si va da nessuna parte, in nessun campo, il tempo del solipsismo è scaduto; altro che ego, penso che, semmai, allo stato attuale della cultura italica si possa meglio parlare, per l’evidenza e l’abbondanza, di ego critico dei critici, ben più marcato rispetto all’ego poetico dei poeti. Da Mariella - che rimarco essere mia maestra in poesia, se maestra vuol dire pensare a una persona che sia il proprio metro critico, e non è certo da imputare al maestro la limitata capacità di un discepolo - dicevo, da Mariella (e Gabriella) ho imparato un rigore ma anche e soprattutto un vigore, il vigore di una circolarità della poesia e dei poeti che convivono intorno ad uno stesso tavolo e provano gioia nello scambio e nell’apertura al mondo... e soprattutto del mai giudizio come fine, ma semmai come inizio di un percorso insieme. Buona serata ai critici e ai poeti.

 Mariella Bettarini - 17/07/2011 18:56:00 [ leggi altri commenti di Mariella Bettarini » ]

Caro Roberto,
anzitutto, grazie per aver ri-pubblicato sulla Recherche il tuo bel testo poetico pubblicato sul più recente numero de "L’area di Broca" dedicato al tema "Viaggi". Grazie anche per l’entusiasmo e la profonda stima con cui mi hai coinvolto nella vivace storia del tuo lavoro poetico. Non so se ti sono stata "maestra" (nessuno può realmente dire di esserlo...), ma certo Gabriella (Maleti) ed io abbiamo accompagnato e dato fiducia al tuo primo libro di versi, "Sì dopo sì", edito nella Gazebo Libri nel 1998.
Ma veniamo finalmente al lungo, articolatissimo commento al tuo testo da parte di Giorgio Linguaglossa, e soprattutto alla tua intelligente, "realistica", vivace risposta. E’ chiaro che ormai si confrontano, si fronteggiano, molto spesso purtroppo anche si scontrano due modi di vedere e soprattutto di vivere la poesia: in grandissima parte questo lo si deve alla vera e propria "rivoluzione copernicana" (o, meglio, "post-gutenberghiana") rappresentata dalla Rete, da Internet, dal mondo dei blog, di FaceBook, e così via. Tutto questo influisce molto - ne sono sicura - sullo stesso modo di intendere e fare poesia: quest’ultima ha, ormai, tempi e soprattutto modalità assai differenti da quelli anche solo di un decennio fa. Figurarsi come le cose sono cambiate rispetto a quaranta o cinquant’anni fa...
Certo, non dobbiamo nasconderci che tutta questa velocità, questa visibilità immediata, questa "facilitazione" di contatti, scambi, commenti, e così via non sempre sono a favore della indispensabile pazienza e "lentezza" che necessitano a chi fa versi. Come, però, fare altrimenti. Siamo di fronte, senza dubbio, ad un mutamento radicale ed "epocale" davvero. Le generazioni più vecchie (come ormai la mia, che è la medesima di Linguaglossa) non possono non prenderne atto, pena il perdersi nel vuoto di un quasi-monologo, nel quasi-silenzio di un rimpianto che non serve a nessuno, tanto meno all’esistenza, oggi, della poesia.
Caro Roberto, il discorso dovrebbe prolungarsi ben altrimenti rispetto a queste poche mie righe, ma volevo almeno sottolineare un aspetto, a mio avviso, senz’altro fondante del discorso critico odierno intorno al fare versi (e dunque anche intorno a questo tuo testo, che a noi de "L’area di Broca" è piaciuto prima di tutto nei suoi attuali CONTENUTI prima che nella sua stilistica FORMA: e tu conosci bene, di persona, quanto io, Gabriella, tutti noi della redazione teniamo alla Forma, ben prima che ai contenuti di un testo).
A questo punto, chiudo questi miei parzialissimi "appunti" di lettrice/critica/autrice di versi profondamente coinvolta nel discorso.
Grazie, caro Roberto, caro Giorgio (Linguaglossa), care amiche e cari amici tutti partecipi a questo dibattito, per il vostro apporto personale e poi "corale", utilissimo a tutti quanti noi.
Un sentito augurio, alla Poesia prima di tutto, e un abbraccio dalla tua/vostra Mariella (Bettarini)

 lino - 17/07/2011 15:27:00 [ leggi altri commenti di lino » ]

Ho riletto, in questi giorni, il saggio di George Orwell “Lear, Tolstoj e il Matto” e ho sottolineato un passaggio sublime: “Non c’è argomento in base al quale si possa difendere una poesia. Si difende con l’immortalità, altrimenti essa è indifendibile”. L’immortalità - mi va di aggiungere - sta in primo luogo nella memoria del lettore che l’ha apprezzata. Non a caso, spiega ancora Orwell, Tolstoj cercò di uccidere Shakespeare tentando di entrare nella mente dei suoi estimatori. Io, che nemmeno conosco Roberto Maggiani, che pochissimo ho frequentato il suo sito, ho amato questa sua opera sin dalla prima lettura. Sbaglia il signor Giorgio Linguaglossa, non si tratta di meta-poesia, perché la poesia è qui il mezzo, non il fine: il tema dell’opera di Roberto Maggiani è il viaggio e chi non ha viaggiato da poeta nella net poetry non può intenderne le scene. Io un poco l’ho compresa, giacché sin dagli Atti del Festival Internazionale della Net-Poetry (Biennale di Venezia, 2001) c’ero. Forse poco conoscendo il viaggio comune a migliaia di poeti della rete, il critico Linguaglossa si riduce al più ordinario esercizio dei critici ignari, tende a giudicare l’autore e non l’opera, la forma e non i contenuti; il signor Linguaglossa ragiona, poi, di “inizio” quando la poesia di Maggiani segna una tappa determinante se non conclusiva di un percorso; il critico scrive di “io in posizione privilegiata” mentre il viaggio appartiene a una generazione di autori. Intendo dire, con queste poche righe (non ho certo il tempo e lo spazio di ragionare di “linguaggio del cibernetico” in un blog, dovrei argomentare con Orwell quanto fu profetico quello di Henry Miller nel “Tropico del cancro”, è un problema di "piazze di artisti”): ho amato questa lirica di Maggiani, che se solo fosse diffusa in rete troverebbe migliaia di estimatori. Altro che “io in posizione privilegiata”, con tutto il rispetto per il noto critico Linguaglossa!
LinoLista

 Franca Alaimo - 16/07/2011 22:24:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Ho letto tutti i commenti, e constato che la questione resta sempre la medesima: come fare a distinguere la poesia dalla non-poesia, che è una questione, secondo me, senza una vera soluzione, perchè il criterio di giudizio non può non essere legato a dei parametri soggettivi. Probabilmente si può solo essere d’accordo nel dire che una poesia è con evidenza brutta, ma non su cosa sia non-poesia, poichè nel passato molta poesia non è sembrata tale, e però, in seguito, se ne è apprezzata la novità, la carica trasgressiva, l’urto fecondante. Oggi, per esempio, qualcuno potrebbe definire non-poesia quella che sembra avere più prossimità alla prosa. Potremmo, allora, dire che è poesia o piuttosto prosa della memoria, tra ironia, autobiografia, elegia, un libro come l’ultimo pubblicato da Ramat? E’ la struttura metrica a fare di una poesia una poesia? Il lessico? Il ritmo, il respiro, l’idea? Potremo mai definire quel quid enigmatico che ci fa riconoscere una poesia che usa un verso libero e che si svincola anche da rime o altre regole e che pure è senza dubbio poesia?
Che poi molti scrivano poesia non è un male, è un bene; cercano un’espressione diversa, un approccio diverso alla conoscenza del mondo. Il problema non sta nella quantità dei poeti. Sta nel coraggio e nell’onestà del giudizio del lettore, compreso, soprattutto, quello del critico e dell’editore. Sempre tenendo presente che anche loro possono sbagliare e, perfino, come la storia della letteratura ci dimostra, in modo clamoroso. Ma l’importante è essere onesti.
Non dobbiamo dimenticare che sono stati fatti passare per grandi poeti e scrittori che non lo erano e non lo sono, ieri osannati ed oggi quasi dimenticati, solo perchè conveniva ai partiti o agli interessi economici di certe case editrici, o solo perché erano "troppo" amici di qualcuno.
Lavoro nella Recherche e trovo che la qualità principale di questa rivista e dei suoi direttori sia la correttezza. Vi partecipano autori ignoti ed altri noti o molto noti e il critico Linguaglossa sa benissimo che non si rivolge sempre ad educande.Ezra P. diceva che la poesia non è democratica; ma la scrittura, sì. Lasciamo che siano il tempo e la storia della critica a distinguere come un crivello le pagliuzze o le pepite d’oro dalla volgare sabbia. Infatti pagliuze e pepite si trovano tra la sabbia e bisogna avere la pazienza di fare la cernita, senza buttare via tutta la sabbia.
Lavorare per migliorare se stessi anche attraverso gli altri, confrontarsi per andare avanti sono azioni giuste.
Da questo spirito nasce il testo di Roberto, che fa salire sulla sua nave passeggeri di varia cultura e personalità, che comunque sono compagni di viaggio utilissimi, tutti. Io ricordo benissimo quanto mi abbiano fatto crescere le discussioni all’interno del primo gruppo di poeti ( l’Antigruppo siciliano, in cui per qualche tempo agirono talenti come Santo Calì, Danilo Dolci, Rosellini e molti altri) in cui operai da ragazza; spesso erano scontri; ma,talvolta, erano proprio certe osservazioni fatte da ascoltatori comuni ad essere illuminanti, a creare fermenti e idee. Insomma, il dialogo non è mai inutile e fa benissimo coltivarlo.

 Roberto Maggiani - 16/07/2011 19:06:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

@ Nando, penso che tu abbia fatto benissimo a rispondere, anche perché lo scopo di questi spazi di commento è proprio quello del confronto.

@ Narda, ringrazio per l’incitamento ad andare avanti e perché continui a seguirci, mi fa molto piacere, anche perché tu sei tra quelle persone che danno solidità a LaRecherche.it, sei una lettrice autentica, e per questo una fine scrittrice. LaRecherche.it si muove principalmente su due fronti: quello della libera pubblicazione da parte di autori registrati, sui quali i lettori, come è il caso di questa mia poesia, possono fare i loro commenti, aiutando l’autore a riflettere sulla sua stessa scrittura; l’altro fronte è quello delle pubblicazioni selezionate dalla redazione: Poesia della settimana, eBook, recensioni e interviste.
L’insieme dei due fronti dovrebbe aiutare chi qui propone liberamente i propri testi, a crescere insieme nella scrittura.

@ Monica, ciò che dici supera di molto le parole che potrei provare a usare nel ringraziarti.

Per quanto riguarda l’acquisto di libri, per quanto tenti di ravvedermi pubblicando e leggendo eBook, sono inguaribile, non riesco, in Italia o all’estero, passeggiando per una città, a non cercare una libreria dove almeno toccare i libri, se poi riesco a comprarne uno o due e addirittura a leggerli, be’, ho fatto tutto quello che dovevo fare per quel giorno.

 Nando - 16/07/2011 18:10:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Narda, hai perfettamente ragione: non è tutta poesia e nulla potrà mai sostituire il piacere di un libro appena acquistato(ho iniziato a quindici anni, spendendo in libreria le mance che guadagnavo lavorando come barista, magari non tutti letti o letti completamente, ma comunque "respirati"; e non ho più smesso, anche se da qualche anno è più difficile comprarli).E hai ancora di più ragione quando dici che la Poesia vuole cura, dedizione, ricerca. Però non credo che renderla meno "impermeabile2 le tolga qualcosa del suo prestigio, poiché chi legge può essere anche aiutato dalla critica esperta, a distinguere ciò che ha valore artistico da ciò che può essere semplicemente scrittura. Forse, l’importante che questa nasca da un’autenticità interiore. Poi, come diceva Rodari, non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo.
Chiedo scusa a Roberto e a tutti i lettori se mi sono permesso di rispondere a questo commento, ma l’hp avvertito molto vero e stimolante per la riflessione personale.
Con stima

 monica martinelli - 16/07/2011 18:04:00 [ leggi altri commenti di monica martinelli » ]

Colgo l’occasione per fare una premessa – di cui mi scuso per la lungaggine - che però non mi sembra fuori luogo dal contesto. Ho conosciuto e apprezzato "La Recherce" da poco tempo, grazie a Loredana Savelli e Francesco De Girolamo, e devo dire che è stata una scoperta molto piacevole che mi ha dato l’opportunità non solo di pubblicare dei testi, ma di leggere tanta bella poesia (anche se per mancanza di tempo è purtroppo impossibile leggere tutti gli autori presenti) e di poter approfondire gli autori tramite la lettura di più testi e/o degli e-book. Mi sembra che ciò che è stato fatto su questo sito sia davvero encomiabile, perché dietro quello che si vede e si legge pubblicato c’è sicuramente un grande lavoro, sia che rappresenti un punto di partenza o un percorso in crescita.
Volevo inoltre complimentarmi con Roberto Maggiani, e con tutti gli autori del libro “Quanti di Poesia”, perché considero molto interessante il connubio tra la poesia e il pensiero e tra la poesia e la scienza, e ho trovato davvero originale e stimolante questo libro per l’esperimento perfettamente riuscito di esprimere in versi concetti fisici o matematici. Ringrazio Loredana Savelli per avermi dato la possibilità di leggere questo libro che mi ha colpito e mi ha aperto un mondo inesplorato!
Questa poesia “dedicata” La rete e il viaggio la trovo commovente e bellissima, dove dietro la metafora dell’impersonalità e glacialità del computer e della rete, con tutti i suoi codici prestabiliti, si cela l’anima del poeta e del suo illimitato spaziare e la sua umanissima disperazione…
Un saluto a tutti
monica martinelli

 Narda Fattori - 16/07/2011 17:43:00 [ leggi altri commenti di Narda Fattori » ]

Caro Roberto, ho nelle narici il profumo della carta stampata. Sono delle poche che comprano libri, dissanguando le magre entrate. Eppure .... la rete ha i suoi vantaggi, arriva là dove la libreria non arriva o dove c’è chi evita o esita ad entrare. La recherche è una bella esperienza di pubblicazioni degne. Ecco, questo sostengo: non è tutta poesia, la poesia necessita di cura, di dedizione , di ricerca. Ma vedo che non pubblichi tutti... allora ...avanti. Io vi seguirò.

 Roberto Maggiani - 16/07/2011 14:43:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Cari Loredana, Oronzo, Paolo, Maurizio, Guglielmo, Giuseppe, Anna Maria, Domenico, Valentina, Nando, Maria, Giorgio, Stelvio, Rosa Maria, Lorena,

dovrei scrivere ad ognuno una lettera (e-mail) personale in risposta ai vostri commenti, o testimonianze?, che avete avuto la bontà di lasciare dopo la lettura di questo mio testo, e in verità l’ho fatto ma con un brevissimo grazie di saluto personale. Con ognuno di voi ho una storia, breve o lunga che sia, per alcuni passa esclusivamente dalle pagine di questa LaRecherche.it, per altri invece ha legami e relazioni anche al di là.
Qui voglio però rispondere, in parte, a Giorgio. Non tutti forse lo conoscete, è una persona che si occupa di critica da ormai molti anni e conosce molto bene la poesia, è un cosiddetto Critico. È una persona che stimo molto, soprattutto per la sua spontaneità. In questi anni egli ha sferrato un “attacco” alla linea milanese della poesia cercando di riequilibrare gli equilibri della “classe poetica italiana”. La sua venuta qui a commentare il mio testo, mi fa molto piacere e devo dire che me la sono cercata, avendogli io scritto una e-mail per chiedergli di leggerla.
Quello che egli afferma qui, in relazione alla mia poesia, ma anche espandendo poi il discorso ai blog, non è qualcosa che mi lascia indifferente, anzi, mi ha spinto a scrivere così lungamente. I suoi interventi sul mio modo di fare poesia risalgono al mio “Scienza aleatoria”, LietoColle, 2010. In una lunga lettera mi fornì preziosi spunti di riflessione sul mio modo di fare poesia. Ma le critiche mosse, talvolta, fanno pensare che sì l’altro ha visto proprio bene, la critica che egli muove è giusta, ma quella è proprio la linea che voglio tenere, così mi succede spesso con Giorgio, ma i suoi ragionamenti così precisi e puntuali mi hanno aiutato ad assestare finemente alcuni dettagli. Le critiche vanno assorbite, valutate e assimilate, sono un vero dono. E così per me è stato fin dagli esordi, nel 1998, con “Sì dopo sì”, Edizioni Gazebo; i versi lì scritti (devo ringraziare un qualche dio della poesia) finirono, fortunosamente, in mano, anziché a qualche spregiudicato editore malfattore, a Mariella Bettarini, che diventò mia maestra di poesia. Si può dire maestra di poesia? Sì, si deve, perché in quella prima raccolta di versi, rispetto al numero iniziale che le proposi in lettura, ne rimasero la metà! Il libro si dimezzò. Capii che lavorare sulla poesia è un atto di altruismo, le nostre sensazioni, emozioni, sentimenti, suggestioni, visioni personali del mondo, vanno rese, da soggettive, oggettive, liberate cioè dal nostro ego per essere donate ad ogni altra persona come arte poetica. Ecco pertanto che qui non posso non dare ragione a Giorgio quando afferma:

“… dove, possibilmente, lo ‘spazio’ non sia tutto occupato dal pathos dell’autenticità e dall’io in posizione privilegiata. Insomma, questa poesia, ancora incentrata sull’io, non riesce poi a depistarne gli effetti nefasti e a sfuggire dalla morsa dell’ego lirico…”

In effetti questo mio testo, e mi riferisco soltanto a questo, nasce proprio incentrato sull’io, non vuole essere assolutamente allontanato dall’io, è il leitmotiv della poesia stessa, è il suo asse portante, e l’elemento pathos ne vuole proprio essere il condimento, per quanto domato. È una poesia che passa necessariamente dall’io, ma un io aperto sul cosmo e di esso facente integralmente parte, ma solo, purtroppo, nel senso che afferma Proust nella Recherche in queste due righe: “L’uomo è l’essere che non può uscire da sé, che non conosce gli altri se non in sé medesimo, e che, se dice il contrario, mentisce”. E ogni poesia che non parte dal cosiddetto ego, per quanto debba essere, per così dire, da esso sgrassato, è una finta poesia, non è poesia, poiché altro modo non c’è per conoscere il mondo se non in sé stessi.


Si tratta quindi di una poesia personalissima, è la narrazione di un viaggio e di un viaggio che ha coinvolto e coinvolge diversi di noi che siamo qui in questa pagina di commenti. Porto soltanto in ballo Loredana e Lorena, tra le più anziane, non di età, su questo sito che hanno continuato, o forse iniziato, un cammino serio e importante sulla poesia, e quando dico cammino, in poesia, intendo proprio un percorso che porta a rendere la propria poesia oggettivamente poesia e non più gli scritti di un diario, per quanto non abbia niente contro i diari personali, di una casalinga o di una professoressa. E tutto questo può avvenire inconsciamente, senza rendersene conto, mossi soltanto da una latente passione per la poesia.

(Per quanto riguarda invece quest’altra affermazione, Giorgio: “…occorrerebbe fare delle scelte chiare per avere una poesia chiara…”, mi sento di poter dire che una scelta chiara di poesia l’ho fatta e la sto percorrendo, ma di questo parlerò personalmente con te Giorgio, quando si presenterà l’occasione, mi piacerebbe capire meglio il tuo pensiero al riguardo).

Infine, due parole su queste righe conclusive di Giorgio: “…e occorre fare anche (lascia che lo dica ai più giovani) una scelta politica (di politica estetica, intendo)... ma qui (nei blog intendo) mi rendo conto di parlare in arabo di sesso hard ad un consesso di educande delle carmelitane scalze...”
Questo finale mi ha fatto molto ridere ma anche un po’ indispettire, ma non con Giorgio che conosco come persona di grande simpatia anche intellettuale, sagacia e ironia, e pertanto non mi è proprio possibile indispettirmi con di lui, ma semmai con un diffuso qualunquismo in relazione ai blog. Ovviamente non tutti i blog, nelle loro proposte, sono uguali. Io ci tengo a riportare qui la motivazione di fondo del nostro blog, ripresa dalla pagina “Chi siamo” del sito: “Questo è, prima di tutto, un luogo di partenza, di aiuto reciproco, di lavoro comune e di confronto sulla scrittura: da qui si parte, non si arriva; o meglio, qui si arriva soli per partire insieme...” Qui la “politica estetica” si vuole raggiungere, ma con un cammino e una scelta personale, così è la poesia, si ha già ma nello stesso tempo si deve raggiungere. Qui di educande non ce ne sono e quelle che sono passate sono andate via tentando di spaccare qua e là quello che potevano. Ultimamente un utente ci ha detto che questo è un sito morto perché non riceveva tutti i commenti come su un altro sito… ebbene con 2000 accessi al giorno non siamo proprio morti, ma anche fossero 200 accessi al giorno, fossero 20, fossero 2, non siamo un sito morto, perché dove due o più sono riuniti… (sto prendendo a prestito la frase)… lì c’è… nel nostro caso ricerca e confronto sulla scrittura, forse poesia. Il fatto che non ci siano commenti così a ripetizione sui testi (a meno che uno chieda il parere gli amici avvisandoli di aver pubblicato un testo), mi fa felice perché dimostra che i lettori di questo sito sono lettori appunto e commentano solo quando è il caso e non “pour parler”. Talvolta i commenti sono critici, ma c’è critica e critica, io preferisco, su questo sito, nel limite del possibile, una critica che parta dal positivo e non dal negativo, il positivo metterà di conseguenza in evidenza anche il negativo; altrimenti l’autore, “bastonato”, non si deciderà mai, demoralizzato, ad incamminarsi seriamente verso la poesia e continuerà a pubblicare qua e là poesiuole fintanto che non troverà il sito in cui tutti gli diranno sempre e solo “ma che bravo, che emozione mi hai dato!”, ma non incontrerà mai la bellezza rigorosa dello scrivere poesia.

Scusate se mi sono dilungato. Un caro saluto a tutti.

 Maria Musik - 16/07/2011 13:19:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

@ Giorgio Linguaglossa - Mi rendo conto di avvicinarmi, con le misure ed i colori di un pesce rosso “domestico”, ad un gigante dei mari. Confrontarsi, per giunta esprimendo un dissenso, con Giorgio Linguaglossa, probabilmente, è un incosciente “salto nel vuoto dall’ottavo piano di un palazzo”. Però, non posso proprio fare a meno di esprimermi in tal senso. Come Loredana, più che dalle opinioni e dalla critica espressa (di cui sono certa Maggiani terrà conto vista la sua continua tensione al confronto, all’apprendimento ed al miglioramento), sono rimasta colpita dalla chiusa del commento “ma qui (nei blog intendo) mi rendo conto di parlare in arabo di sesso hard ad un consesso di educande delle carmelitane scalze...”. E’ un’affermazione piuttosto offensiva ed, anche, gratuita. Mi spiego: è offensiva perché parte da un preconcetto e, cioè, che chiunque scriva in questo contesto sia un minus habens, incapace di decodificare comunicazioni e concetti destinati ad una elite che si tiene a distanza da tali plebei ed egocentrici luoghi. Siamo una casta inferiore alla quale non è neanche dato di “imparare” la lingua dei sacerdoti, abitanti la vetta della ziqqurat, gli unici custodi del Vero e gli unici ai quali è dato di contemplare le stelle e trarne sicuri vaticini. Ammettiamo, ipoteticamente, che sia vero: ecco che si evince la gratuità dell’affermazione. Perché rivolgersi (in modo anche un tantino brutale) a chi non è in grado di comprendere e farlo utilizzando il suo canale? A mio avviso, una perdita di tempo ed una caduta di stile.
Mi permetto, e mi scuso per la mia intemperanza, di suggerire di provare a praticare (invece di parlarne in arabo) un po’ di sesso hard con le suddette educande delle carmelitane scalze: rimarrebbe stupito da quanto possano insegnarle in materia e da quale godimento potrebbe trarne (rimanendo sempre sul piano della metafora di partenza). A volte, contaminarsi un po’, concedendosi il lusso di trasgredire, solo un poco, rigide regole (senza per questo rinnegarle o disfarsene) può farci ritornare ad esse con un “bottino” che le rinnova, accresce ed attualizza.
Adesso, poi, la faccio veramente grossa: siamo certi che la poesia in questione non centri l’obiettivo perché incapace di sfuggire dalla morsa dell’ego lirico? Ed è corretto “etichettarla” come meta-poesia carente di intelaiatura allegorica? (E, comunque, se si è letto Maggiani si sa bene che non tutti i suoi scritti possono essere ricondotti alla meta-poesia).
Per un critico è indispensabile, credo, classificare in tal senso le produzioni letterarie ma per un lettore può essere del tutto superfluo.
Il fine ultimo di chi scrive è quello di raggiungere la perfezione estetica o di comunicare, di entrare nell’Olimpo o di lasciarsi leggere? Le poesie ed i libri vengono scritti per noi stessi, per gli addetti ai lavori o per i lettori? E, questi ultimi, che voce in capitolo hanno?
Credo che Maggiani sia molto oltre queste domande, perché persegue la ricerca artistica quanto la divulgazione.
"La rete, il viaggio" racconta, in forma poetica e con una lingua assai vicina al parlato contemporaneo, un vissuto personale ma anche collettivo.
È estremamente rappresentativa di un aspetto, abbastanza dominante, della persona/personalità del Poeta (non del Poeta). Roberto è un Prometeo che potrebbe comodamente starsene nel Phanteon a pascersi d’ambrosia, godendosi vizi, virtù e superpoteri ed, invece, ruba il fuoco (ma è un furto, poi, visto che, in parte, gli appartiene?) e lo condivide, lo dona perché si faccia luce nelle tenebre che affliggono questo popolo reso cieco dal buio di un secolo oppresso dal sonno della ragione.
Attenzione: non è un eroe, non è un santo né un martire. Le sue poesie non sono tutte capolavori e, come chiunque altro, ha bisogno di confrontarsi, essere consigliato e crescere. Ma, di certo, non è carente di coraggio (compreso quello di accettare di pagare il prezzo, come Prometeo, di doversi rodere un pochino il fegato), né un incosciente che non calcola il rischio. Da bravo fisico, prima di saltare, calcola bene tenendo conto di tutte le probabili variabili. Ma, da uomo di fede, sa anche quando viene il momento di spiccare il famoso "salto nel buio”… ma questo è un altro discorso, non attinente alla poesia in questione.
Un ultima, lo giuro, considerazione: se è vero che larecherche.it è ascrivibile all’universo della blogsphere, considerarla solo un blog è molto riduttivo. Chi la “frequenta” con assisuità, alcuni da anni, lo sa molto bene.

 Lorena Turri - 16/07/2011 12:40:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

Perdono! Ho scritto "anno" con la acca...

 Lorena Turri - 16/07/2011 12:39:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

Roberto, tu sai che io sono nata, cresciuta(?) e sempre rimasta nella rete. Sai che da qualche hanno, durante questo viaggio, mi sono fermata qui, ne LaRecherche, dove ho costruito la "mia casetta", aperta a tutti, come aperto a tutti è il sito. Ho resistito anche all’ultima tentazione: 80 euro per pubblicare 4 poesie e una mini biografia in un’antologia! Tentazione allettante, ma non allattante.
Condivido il tuo entusiasmo, la tua passione, i tuoi intenti.
Grazie.

 Rosa Maria Melchionda - 16/07/2011 12:00:00 [ leggi altri commenti di Rosa Maria Melchionda » ]

Ciao,Roberto. Ho trovato LARECHERCHE per caso,navigando.Mi è piaciuto subito il sito che permetteva a CHIUNQUE di scrivere e di attendere commenti da chi avesse letto ciò veniva pubblicato liberamente ed ho voluto iscrivermi per far parte del gruppo. Non sono una poetessa di grande cultura,ho sempre composto le mie poesie per regalare a me stessa prima,a coloro che volessero leggermi poi,emozioni,sentimenti dolori,gioie e sorprese riviste con la luce della..."magia poetica",se mi è concesso questo termine.La poesia,secondo il mio modesto parere,trasforma in qualcosa di prezioso tutto ciò che l’autore prova,conserva,matura dentro di sè e vuole esternare,per comunicare al lettore che la vita,anche nei suoi aspetti meno piacevoli,è...magia in ogni suo attimo e respiro.La poesia immortala un gesto che ci ha colpiti,una sensazione che ci ha sorpresi, una sentimento,una passione che ci hanno coinvolti e resi felici o fatti morire di dolore.Quindi penso che farle...seguire i tempi e le tecnologie...la renda sempre viva ed attuale. Personalmente ho potuto,grazie a questa iniziativa,far conoscere i miei scritti,confrontarmi,leggere altri autori,commentare e leggere i commenti di coloro i quali leggendomi hanno provato emozioni.Diversamente non sono riuscita in cotanta "impresa"....tutto era valutato secondo i parametri del...VILE DENARO. In questo sito è tutto spontaneità e libertà.Grazie Roberto....

 Loredana Savelli - 16/07/2011 10:36:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

"Insomma, questa poesia, ancora incentrata sull’io, non riesce poi a depistarne gli effetti nefasti e a sfuggire dalla morsa dell’ego lirico": rispondendo ad un commento precedente, mi viene da dire, morsa dall’ego (lirico o meno) di lettrice: e se invece gli effetti fossero fausti e prosperi, collocandosi la poesia su un piano direi quasi divulgativo con una scelta linguistica che non è allineata a tradizioni seppur grandissime ma che invece trova la sua soddisfazione (ancora una volta egotista) nella sperimentazione e nella contaminazione? Non mi pare che questa sia una scelta da educande/i, forse da coraggiosi pionieri...

 Stelvio Di Spigno - 16/07/2011 10:22:00 [ leggi altri commenti di Stelvio Di Spigno » ]

Una poesia che è davvero potenza di pensiero, come da sempre nelle poesie di Roberto. Davvero un grande omaggio al viaggio e più che altro alla possibilità, sempre infinita, di incontrare, fuori dai porti della negatività e dell’ipocrisia, amici con i quali andare avanti, senza paura. Ciao Roberto; un saluto anche a tutti gli amici della Recherche.

 Giorgio Linguaglossa - 16/07/2011 10:13:00 [ leggi altri commenti di Giorgio Linguaglossa » ]

caro Maggiani,
i tuoi testi appartengono al genere della meta-poesia, ovvero, poesia che si fa mediante la riflessione sulla poesia. Ecco, innanzitutto complimenti perché hai scelto la via più difficile per fare poesia, e la più impervia, difficile, difficilissima. Ma è già un buon inizio: almeno dimostri coraggio. Ma, mi chiedo: è il coraggio dell’acrobata che salta sul trapezio o è il coraggio di chi non sa che cosa comporti un salto nel vuoto dall’ottavo piano di un palazzo. (...) in questa operazione di meta-poesia occorrerebbe una intalaiatura allegorica (che la meatapoesia richiede) e una dorsale linguistica incentrata sulla "Commedia", sul linguaggio di tutti i giorni, dove, possibilmente, lo "spazio" non sia tutto occupato dal pathos dell’autenticità e dall’io in posizione privilegiata. Insomma, questa poesia, ancora incentrata sull’io, non riesce poi a depistarne gli effetti nefasti e a sfuggire dalla morsa dell’ego lirico (pur se tu cerchi di ripianare la difficoltà oggettiva ricorrendo a un linguaggio del cibernetico e tenti di abbassare il lessico verso il parlato). Qui si pone un altro problema: quale "parlato"? ma questo è un problema che non può essere risolto in un blog, bisognerebbe risalire alla poesia di un Franco Fortini, di un Ripellino e, indietro, a "Lavorare stanca" di Pavese, e, ancora più indietro, ai sonetti del Belli e, più indietro... fino a scegliere Dante o Petrarca? Come vedi, in poesia tutto è connesso, e occorrerebbe fare delle scelte chiare per avere una poesia chiara... e occorre fare anche (lascia che lo dica ai più giovani) una scelta politica (di politica estetica, intendo)... ma qui (nei blog intendo) mi rendo conto di parlare in arabo di sesso hard ad un consesso di educande delle carmelitane scalze...

giorgio linguaglossa

 Maria Musik - 15/07/2011 23:50:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Sulla poesia non dico nulla: parla da sola e la sua compiuta bellezza non ha bisogno di elogi.
Ma su quello che suscita in me leggerla... beh, questa è tutta un’altra faccenda. Commozione, gratitudine, senso d’appartenenza, riconoscimento, consolazione, crescita, apprendimento, giustizia, verità, solidarietà e amore, amore, amore. Sono un pesciolino rimasto impigliato nella tua rete e, da lungo tempo, ho smesso di dibattermi. Non ho partito, nè chiesa ma ho compagni e fratelli, lotta e comunione, manifesto e Parola, piazza e deserto.
Ti abbraccio.

 Nando - 15/07/2011 22:28:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Veramente bella e toccante: e profondamente vera e "conservatrice", nel senso che da sempre, magari non sempre, i poeti trasformano l’ordinario in straordinario ovvero adornano di bellezza il mondo creando piccole oasi di vita più umana. Penso, snza piaggeria, che ciò vada riconosciuto a LaRecherche, e quindi un grazie vada anche espresso agl’ideatori, redattori e curatori del sito.

 Domenico Morana - 15/07/2011 22:22:00 [ leggi altri commenti di Domenico Morana » ]

@ Valentina
Quadro svalutato da chi, carissima?
Assistiamo a migrazioni, impotenti tentativi di colonizzazione, di ibridazione a scopo di mesmerizzazione del cadavere squisito dell’editoria a stampa a suon di concorsi, premi e pubblicazione APS di plaquettes lussuose con prefazione e presenzazione con colazione.
LaRecherche, come cittadella idealmente aperta alle incursioni della libertà, è ermeticamente chiusa, se ben interpreto e stimo lo spirito che guida all’unisono la squadra di redazione, alle scorrerie e alle razzie d’un sistema decrepito, marcio e moribondo che con la ricerca poetica ormai poco o nulla ha che spartire (ah! le eccezioni ... mi vengono in mente solo - sfida titanica e simbolica - i magici e balsamici libretti d’un nostro gigante autoeditore: Lorenzo Mullon).
La carta è stanca. Qui i poeti parlano, fraternizzano, litigano, simpatizzano, intonano coretti a cappella, stonano ... e sono letti.
Niente rese di magazzino. La libertà va a ruba.
Roberto, scusa per l’invasione di campo: era ancora un grazie.

 Roberto Maggiani - 15/07/2011 21:33:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Care amiche e cari amici vi ringrazio per i commenti e le suggestioni lasciate, ci sarebbe molto da dire su quanto esprimo nella poesia e su quanto alcuni di voi hanno a loro volta rimandato proponendo un ampliamento del discorso... intanto vi propongo di leggere alcune riflessioni sulla poesia uscite in questi giorni su vari quotidiani: www.larecherche.it/testo.asp?Id=226&Tabella=Proposta_Articolo

 Valentina Rosafio - 15/07/2011 21:24:00 [ leggi altri commenti di Valentina Rosafio » ]

davvero brillante!hai reso giustizia al quadro svalutato del poeta digitale ;)!

 Domenico Morana - 15/07/2011 20:55:00 [ leggi altri commenti di Domenico Morana » ]

Poeta dell’ascolto, Roberto, grazie!

 anna maria bonfiglio - 15/07/2011 18:02:00 [ leggi altri commenti di anna maria bonfiglio » ]

da labbra a orecchie, da mani ad occhi, il tuo viaggio, caro Roberto, ha toccato molti porti e raggiunto molti cuori. la meta finale non sarà mai la dimenticanza, perché nell’orecchio di ciascuno di noi resterà una piccola eco e nella nostra memoria si pianterà un semino. e dopo questo sproloquio voglio dirti che questo è un testo molto vibrante e felicemente accordato. un caro saluto

 Giuseppe Bisegna - 15/07/2011 16:59:00 [ leggi altri commenti di Giuseppe Bisegna » ]

Bella, mi piace parecchio! :)

 Guglielmo Peralta - 15/07/2011 16:31:00 [ leggi altri commenti di Guglielmo Peralta » ]

Con la poesia si è sempre in viaggio. Dimenticare è necessario per "ricercare", per rimettersi in cammino. La Poesia è l’oblio ed è il destino del vero poeta. Vero poeta è chi è "incoronato" dalla Poesia. Essa e solo essa può conferire la laurea ai suoi eletti. Essa non ha clienti, e chi della cultura fa la propria baronia, dispensando titoli di "favore", va contro l’etica della predestinazione estetica. Personalmente, non temo i "menefreghisti" che possono fare male solo a sé stessi galleggiando nel mare della superficialità e noncuranza. Aborro la "politica" dei critici "laureati", al servizio di un loro "partito" della poesia, e i poeti che si scelgono tra di loro all’interno di uno o più "partiti". Plaudo, infine, alla recherche e ai suoi fondatori (Brenna e Maggiani) per l’impegno e la volontà di tirarsi fuori da ogni clientelismo e di farsi, in qualche modo, garanti della serietà e dell’aspetto etico che si addicono alla poesia e che la poesia stessa richiede...anche se la rete, che favorisce il pluralismo di voci, non può evitare, a volte, che "simpatie" consolidate si attraggano serrando le "orecchie" ad altre labbra.

 Maurizio Sciascia - 15/07/2011 13:53:00 [ leggi altri commenti di Maurizio Sciascia » ]

Grazie Roberto, per questa ulteriore testimonianza a conferma che "la recerche", durante il viaggio, è anche il "porto sicuro" dove approdare e ripartire, dove sentirsi liberi e non clandestini o estranei, dove "Poesia" non è soltanto un sostantivo, ma vita palpabile e sogno per chi legge, per chi scrive.
Buona navigazione.
Con stima e gratitudine
Un caro saluto

 Paolo Ottaviani - 15/07/2011 13:44:00 [ leggi altri commenti di Paolo Ottaviani » ]

Caro Roberto,
tra il “vince di mille secoli il silenzio” e “il cui destino è forse dimenticanza” vi è uno scarto troppo, troppo grande. La ricerca di poesia - autentica come la tua - non può essere mai vana…anche se narrata ai deserti…perché in lontanissime primavere continueranno a fiorire ginestre…”più sagge…meno inferme dell’uom”….

 Oronzo Liuzzi - 15/07/2011 12:40:00 [ leggi altri commenti di Oronzo Liuzzi » ]

Viaggiamo negli infiniti spazi del web a volte stanchi e depressi in cerca di un verso di una poesia di una voce elettronica in automatica........splendida poesia che ci porta in una nuova realtà, quella del XXI secolo. Complimenti Roberto.

 Roberto Maggiani - 15/07/2011 12:10:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Loredana, sarò banale e patetico ma sono commosso: grazie!

 Loredana Savelli - 15/07/2011 12:06:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Questa poesia rivela il pensiero lucido e rigoroso dello scienziato-poeta Roberto Maggiani ed esplicita la sua missione artistico-sociale: prestare orecchio alla voce dei poeti inascoltati.
Come fosse un enzima, Roberto catalizza reazioni "bio-poetiche” e ne favorisce la circolazione libera e gratuita.
Da poeta essenzialmente, sa che le voci inespresse conducono alle deformazioni del pensiero e dell’anima e, avendo a cuore l’umanità, sceglie l’arte poetica come strumento per ammortizzare sofferenze, esaltare esperienze e anche per esercitare la giustizia rispetto al diritto di parola.
“Democrazia in poesia” potrebbe essere il motto di questo programma politico, inteso nel senso genuino del termine.
Ma non va trascurato il presupposto su cui tale progetto si radica: la profonda, autentica e aperta disposizione di Roberto verso le persone.
In definitiva questa poesia è un atto d’amore, non solo verso i poeti.

Da beneficiaria di questo progetto, ringrazio di cuore.


"un moderno alchimista"

scienziato per vocazione
poeta per incantamento
prepara esperimenti con persone
parole e più spesso silenzi
i reagenti combina con sapienza
dal grigio tira fuori colori
a volte li spara contro l’immoralità
(con l’arma della sincerità)
pareggia i conti del sentimento
con la ragione moltiplicata
per il rigore e la passione
di un moderno alchimista
dimostra teoremi umani
con logiche divergenti
vince partite a carte scoperte
perché sta fuori dai giochi
convince con l’apparente
semplicità dei ragionamenti
ma davanti a un nuovo poeta
è stregato

 Roberto Maggiani - 15/07/2011 11:55:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Con questo testo esprimo in versi la mia esperienza con LaRecherche.it

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